PER 35 ANNI
MARIA E HEINRICH KOCH SONO STATI I CUSTODI DI
SAN PROCOLO. LA PANDEMIA È STATA PER L’OCCASIONE PER DIRE ADDIO ALLA CURA E ALLE VISITE GUIDATE ALLA CHIESA. LI ABBIAMO INCONTRATI E ABBIAMO PARLATO COI CONIUGI KOCH DI QUALI AFFRESCHI LI AFFASCININO DI PIÙ DOPO TANTI ANNI, COSA RENDA LA CHIESA DI SAN PROCO - LO COSÌ SPECIALE E DI QUEI VISITATORI CHE SI PRESENTANO ARMATI.
Il lavoro a San Procolo vi ha intensamente coinvolti per 35 anni. Cosa vi affascina di più ancora oggi?
M: Sono semplicemente rapita dall’atmosfera della chiesa. Per 35 anni mi sono occupata degli affreschi e ancora oggi li ammiro durante le visite guidate, mi affascinano sempre come il primo giorno. È uno spazio molto piccolo, ma nasconde così tanti dettagli e tanta bellezza che non manca mai di sorprendere.
H: Mi seduce constatare che, nonostante tutte le conoscenze scientifiche, non sappiamo nulla. Gli affreschi carolingi lasciano ogni ipotesi aperta e possono essere interpretati in qualsiasi modo. C'è quindi molto da supporre e poco da sapere. Tutto quello che abbiamo detto ai visitatori erano teorie. Non sapremo mai cosa pensavano questi pittori 1.300 anni fa e cosa volevano dirci, perché non eravamo lì. Nei loro affreschi, i carolingi rap - presentavano anche elementi per loro importanti, che li emozionavano. Al contrario, con i loro affre - schi i pittori gotici avevano l’obiettivo principale di parlare di religione.
C’è una raffigurazione o un affresco che preferite o trovate particolarmente interessante?
M: Una rappresentazione che mi affascina ancora oggi è quella degli angeli con le mani aperte che decorano l'arco del coro. Trovo particolarmente bella la postura delle mani, che dovrebbero allontanare il male. Se guardate bene, noterete che sono le uniche figure presenti in chiesa ad avere le orecchie! Presumibilmente questo ha a che fare con la posizione all'altare, da cui si ascolta la parola di Dio.
H: Mi emoziona anche il fatto che San Procolo ospiti raffigurazioni uniche: le mani sproporzionatamente grandi o la rappresentazione gotica dei Magi, che sono raffigurati come bambini, come uomini e poi come vecchi. Il simbolismo dietro queste immagini vuole presumibilmente dirci che la vita dell’uomo è una continua ricerca. Una rappresentazione originalissima!
Pensando ai trentacinque anni della vostra esperienza, se e come è cambiato il pubblico dei visitatori?
H: Il pubblico che visita la chiesetta di San Procolo è sempre stato molto variegato. Dai turisti alle classi scolastiche ai professori universitari, abbiamo visto di tutto. Ciò che è sicuramente è cambiato, aumentando i suoi numeri, è il turismo culturale. 35 anni fa, molte persone venivano in Alto Adige solo per fare escursioni e godersi il vino, non rimanendo loro molto tempo per qualsiasi altra cosa. Negli anni le cose sono molto cambiate.