L’anno successivo (1993), l'evento si è trasferito al Kurhaus. Come è avvenuto? Ci sono stati degli ostacoli?
Il primo evento ha avuto un enorme successo e il Kursaal era la cornice giusta! Grazie alla disponibilità dell'allora Presidente dell’Azienda di cura, soggiorno e turismo di Merano, Jörg Auckenthaler, nei primi anni avevamo il Kursaal a disposizione gratuitamente. I nostri sostenitori erano numerosi, e provenivano soprattutto dal settore alberghiero e della ristorazione. I viticoltori altoatesini, invece, opposero resistenza poiché non vedevano di buon occhio il fatto che avessimo portato a Merano la maggior parte delle aziende vinicole italiane ed estere.
Sono mai arrivati dei fondi pubblici?
Chiesi dei fondi pubblici alla Giunta Provinciale. Tuttavia, l'allora Assessore Provinciale Bruno Hosp paragonò la nostra iniziativa a un club di filatelia. Anche la nostra richiesta di ricevere un contributo da parte del Comune di Merano venne respinta. Ad oggi (quindi da 33 anni) non ci sono stati contributi pubblici. Solo l’Azienda di cura, soggiorno e turismo ci aveva messo a disposizione gratuitamente il Kursaal nei primi anni. Dagli anni 2000, tramite l’Azienda di cura ci è arrivato un contributo finanziario da parte degli albergatori meranesi. Inoltre, è stato sottoscritto un accordo di cooperazione, privo di contributi finanziari, tra Azienda di cura, il Comune di Merano, Gourmet’s International e Helmut Köcher; tale accordo è valido ancora oggi.
Il Festival aveva preso il via, Lei aveva il suo lavoro al Comune, ha messo su famiglia… e si è iscritto alla Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università di Innsbruck. Perché ha deciso di intraprendere un percorso di studi universitari tardivo?
Durante le superiori desideravo studiare legge, la mia passione. Subito dopo aver conseguito il diploma di maturità nel 1978, mi sono iscritto all'Università di Padova per studiare Giurisprudenza. In quel periodo, però, dovetti prestare servizio militare, cosa che ho fatto per la maggior parte del tempo a Napoli. Questo, dunque, mi ha impedito di proseguire gli studi. Dopo il servizio militare, il lavoro nell'Ufficio servizi sociali mi assorbiva completamente, pertanto mi mancava la motivazione per continuare a studiare. Tuttavia, non ho mai rinunciato al mio desiderio di studiare Giurisprudenza e, magari, di aprire uno studio legale. Non ritenevo però possibile intraprendere un percorso di studi universitari tanto impegnativo in concomitanza con la mia attività lavorativa. Dopo aver esplorato varie discipline, sono stato affascinato dalle Scienze Politiche, pertanto ho deciso di studiare questa materia insieme a Storia Contemporanea e Media all'Università di Innsbruck. Ero molto ambizioso e riuscire a raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato mi ha dato una carica enorme. Sono riuscito a concludere gli studi sfruttando le 150 ore annue di permessi studio e le ferie che mi spettavano. Dovevo garantire le mie prestazioni nell’Ufficio personale e organizzazione, e in questo contesto ho superato di gran lunga le prestazioni che mi venivano richieste. In quel periodo, vivevo letteralmente cinque vite in contemporanea: tre giorni alla settimana mi alzavo all’alba per andare a Innsbruck all’Università e nel pomeriggio adempievo ai miei compiti nell'Ufficio del personale. D'altra parte avevo una famiglia; una moglie e un figlio che contavano su di me e avevano bisogno di me. Inoltre, ero molto impegnato nel settore vinicolo e nell’organizzazione del WineFestival. Per questi motivi, dovevo ridurre al minimo i tempi di riposo e di sonno. A tratti, la mia vita era come un giro sulle montagne russe, confezionata in cinque scatole che dovevano essere ben organizzate come le matrioske. Mi sembrava come di avere un interruttore quintuplo: dovevo passare costantemente da un interruttore all'altro per poter eccellere in ogni area. Credo che in quel periodo le mie prestazioni si potessero paragonare a quelle di un atleta ad alto livello, con un impegno quotidiano di almeno 15 ore.