Johannes, partiamo proprio da qui. Cosa rappresenta per Lei il pane?
Il pane è probabilmente l’alimento con il più alto valore simbolico. Fin dalla Bibbia, il suo significato e la sua importanza per l’uomo sono stati centrali. Negli ultimi anni però, mi pare abbia perso un po’ del suo “charme”, dato che tanti pensano che faccia ingrassare. Per questo per noi è così importante provare a restituirgli il valore che merita, producendo pochi tipi di pane, ma dando a ciascuno il suo particolare carattere. In fondo, è sempre una questione di tempo: le ore di lavoro sono sempre 7/8 e se ci concentriamo su poche tipologie, possiamo permetterci di prendercene cura nel migliore dei modi. Solo così riusciamo a ridare a ogni pane lo spazio e il tempo che merita.
Quanto conta per voi il valore della famiglia, passata e presente?
La nostra infanzia l’abbiamo vissuta vicino al panificio, con sempre nel naso il profumo del pane. Papà ogni giorno tornava a casa con i vestiti pieni di farina e da noi c’era sempre pane fresco. Crescendo, abbiamo capito che oltre alla poesia infantile che sta dentro al pane, ci sono anche responsabilità e sempre nuove potenzialità. Oggi, che noi figli lavoriamo insieme – dopo aver scelto studi e percorsi diversi per formarci prima di tornare a casa – l’azienda è cresciuta e abbiamo sempre più collaboratori. Per questo continuiamo a coltivare i rapporti con loro in modo profondo, come fossimo una grande famiglia allargata.